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Rischio rumore

Rischio rumore

 

Comunemente s’intende per rumore un suono che provoca una sensazione sgradevole, fastidiosa o intollerabile. Il suono è una perturbazione meccanica che si propaga in un mezzo elastico (gas, liquido, solido) e che è in grado di eccitare il senso dell’udito. L’ipoacusia, cioè la diminuzione fino alla perdita della capacità uditiva, è il danno da rumore meglio conosciuto e più studiato; tuttavia il rumore agisce con meccanismo complesso anche su altri organi e apparati (apparato cardiovascolare, endocrino, sistema nervoso centrale e altri) mediante attivazione o inibizione di sistemi neuro regolatori centrali o periferici. Il rumore determina, inoltre, un effetto di mascheramento che disturba le comunicazioni verbali e la percezione di segnali acustici di sicurezza (con un aumento di probabilità degli infortuni sul lavoro), favorisce l’insorgenza della fatica mentale, diminuisce l’efficienza del rendimento lavorativo, provoca turbe dell’apprendimento e interferenze sul sonno e sul riposo. In termini di effetti uditivi il rumore agisce sull’orecchio essenzialmente tramite l’energia acustica. L’esposizione a rumori di elevata intensità e per lungo periodo di tempo provoca una serie di alterazioni a carico delle strutture neuro-sensoriali dell’orecchio interno. Le norme di riferimento che regolano la condotta e la sicurezza per il rischio rumore sono le seguenti:

- D.Lgs.81/08 Misure per la tutela della salute e per la sicurezza dei lavoratori;

- D.Lgs.195/06 Attuazione della direttiva 2003/10/CE relativa all’esposizione dei lavoratori ai rischi derivanti dagli agenti fisici (rumore).

EFFETTI DEL RUMORE SULL’UOMO

 

Effetti uditivi:

  • Allo stadio iniziale le perdite d’udito non sono avvertite dal lavoratore, e possono essere svelate solo mediante l’audiometria.

  • Le lesioni di questo genere sono incurabili.

  • Nella fase iniziale l’orecchio è in grado di recuperare, durante gli intervalli di riposo, la sensibilità uditiva perduta; col tempo subentrano carenze di recupero che accumulandosi conducono ad uno spostamento irreversibile della soglia di udibilità per trauma acustico. Il danno risulta irreparabile.

  • E’ assolutamente impossibile assuefarsi al rumore rimanendovi esposti.

 

Effetti extraudituvi:

  • Insonnia, facile irritabilità, diminuzione della capacità di concentrazione sino a giungere ad una sindrome ansioso-depressiva, aumento della pressione arteriosa, difficoltà digestiva, gastriti od ulcere, alterazioni tiroidee, disturbi mestruali, ecc.

  • Inoltre può contribuire all’aumento degli infortuni sul lavoro facendo diminuire l’attenzione e la concentrazione degli operatori e la percettibilità dei segnali acustici.

GLI OBBLIGHI PER IL DATORE DI LAVORO E LA VALUTAZIONE DEL RISCHIO

Il dlgs 81/2008 (titolo VIII, capo II) pone in capo al datore di lavoro gli obblighi necessari per tutelare il lavoratore, in particolare per la prevenzione del danno uditivo.

Nel documento vengono indicate le misure di prevenzione e protezione contro l’esposizione professionale al rumore in relazione alla tipologia di attività, quali:

  • la sostituzione di macchinari e/o procedure obsolete o particolarmente rumorose

  • l’adozione di dispositivi di protezione individuale

Nei casi in cui non è possibile eliminare la fonte di rumore, il datore di lavoro è tenuto ad effettuare la valutazione del rischio per comprendere a quali rischi è realmente esposto il lavoratore ed in quale misura.

Inoltre, è riportata la tabella riassuntiva che mette in relazione:

  • il valore del rumore ponderato nelle 8h lavorative (dB(A))

  • l’attività che deve eseguire il datore di lavoro secondo la normativa

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